Rebecca Volpetti e Andrea Diprè in un anale fatto male male
Altra performance assolutamente memorabile del pistulino catafratto di Andrea Diprè, che in quest’occasione cerca faticosissimamente di penetrare il culo bello e capace della nostra Rebecca Volpetti.
Questo è la scena finita, che fa piuttosto comunque ridere…
Ma questo è il vero pezzo forte: un imperdibile dietro le quinte che racconta con spietata crudezza il “duro” (poco più che barzotto, sometimes) mondo dell’hard. Sono le tre di notte. il regista cerca di portare a casa la scena dalle nove della mattina del giorno prima. Il cazzo di Diprè non ne vuol sapere.
Dialoghi memorabili:
A: C’è qualche unguento orientale pronto?
R: Andrea muoviti! Metti saliva!
R: Non ho fatto la pulizia anale, devi muoverti subito, se no ti cago sul cazzo…
Tutta colpa di xxxProf che segnala queste zozzerie maledette che poi io non riesco a non buttarvi qui sopra.
questo deve aver avuto ereditato tanto di quei soldi che noi non abbiamo idea. Mi chiedo come si spiega altrimenti il fatto che possa apparire e fare rumore anche nel mondo trash.
Dopo un pò stanca tutto, lui invece c’è ancora. Fa video porno anti sangue, non farebbe eccitare neanche un beduino dopo anni si deserto ma porcatroia non gli si fa neanche il cazzo duro …. ba non ho parole.
complimenti cmq a pornoconleali che trova sempre queste perle che se anche di squallore son sempre delle perle.
No vabbè il backstage semplicemente meraviglioso!!
I dialoghi ahahah 😀
I dialoghi sono “fantastici”, concordo…
Solo Diprè può girare queste scene così scadenti, chi lavora realmente nell’ hard è più professionale.
No, mi rifiuto… 😛
Ma almeno il backstage guardatelo… a modo suo, un modo delirante, è divertente… 😀
“i cam in your mause, Rebek”
ecco, se volete godere di questo momento, vi dovete vedere il backstage fino alla fine…
Ma poi, finito di ridere…non siete curiosi di sapere cosa spinga una donna a girare una scena del genere?
5:40
Rebecca: “Non ho fatto la pulizia anaaaaleeeee…!”
Regista (mormora sconsolato):”Che scena di mmerda!”
Mito